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infiltrazione ecoguidata all’anca

La terapia infiltrativa all’anca è indicata nei pazienti con artrosi iniziale e artrosi in fase intermedia. Nelle fasi avanzate di artrosi dell’anca lo spazio articolare è molto ristretto e il beneficio dato da tale terapia ridotto. L’articolazione dell’anca è più profonda rispetto ad un ginocchio, durante l’esecuzione di una infiltrazione si attraversano molti tessuti e il rischio di iniettare l’acido jaluronico nella sede errata è più alto.
L’utilizzo dell’ecografia durante l’esecuzione di una infiltrazione all’anca ci permette di riconoscere le strutture, seguire l’ago durante l’introduzione e visualizzare l’acido jaluronico che viene iniettato in articolazione.
Tutto ciò consente di eseguire una terapia per l’artrosi con un miglior beneficio perché la sostanza che iniettiamo entra in articolazione attivando tutti i processi anti infiammatori e lubrificanti propri dell’acido jaluronico.
Il paziente può avvertire dopo l’esecuzione di tale procedura un senso di pesantezza a carico dell’anca infiltrata; l’acido jaluronico, denso e viscoso, si distribuisce lentamente nell’articolazione.

Controindicazioni alla terapia:
Infezioni locali nel sito di iniezione, assunzione di farmaci anticoagulanti orali (è possibile eseguire in questo caso un’infiltrazione dopo una opportuna valutazione dal cardiologo che deciderà una sospensione del farmaco anticoagulante caso per caso)
Le infiltrazioni di acido jaluronico nell’anca e nel ginocchio possono dare benefici per alcuni mesi o a volte per 1-2 anni. Tutto dipende dalla gravità dell’artrosi. Tale beneficio aumenta se vengono associate anche delle cure fisiche e della fisiokinesi terapia. Nelle articolazioni artrosiche è, infatti, importante mantenere la mobilità dell’articolazione, l’elasticità dei tessuti molli attorno all’articolazione stessa e il trofismo muscolare.

E’ consigliabile, dopo l’esecuzione di un’infiltrazione all’anca, un periodo di riposo di 24 ore.

infiltrazioni ecoguidata all'anca fondazione raimondi


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